10 agosto, ore 21,00 – Centro storico di Bertinoro (FC)
Una serata speciale per la notte di San Lorenzo nel centro storico di Bertinoro, illuminato per l’occasione da candele, lanterne e paralumi. Musica diffusa per le strade e degustazioni di menù a tema nei tanti locali del centro storico, oltre a eventi speciali come “Osservazione del cielo”, a cura di Claudio Lelli del Gruppo Astrofili Forlivesi presso la Rocca di Bertinoro (ingresso gratuito).
ore 21,30 – Piazza della Libertà
OSTERIA DEL MANDOLINO
Domenico Celiberti, voce, mandolino, violino
Federico Massarenti, ocarina
Antonio Stragapede, mandolino,chitarra
Nicolò Scalabrin, chitarra
Peppe Aiello, contrabbasso
e con la partecipazione amichevole di:
Marco Visita Marcheselli, organino bolognese
Osteria del Mandolino è una formazione musicale che nasce con lo scopo di portare alla luce e all’attenzione del pubblico la musica che si sviluppa in Italia dalla seconda metà dell’800 fino ai nostri giorni, attraverso autori illustri, virtuosi musicisti, e soprattutto attraverso il ballo.
Valzer, Polka, Mazurka, Marcia, Serenata, costituiscono il repertorio dei cosiddetti “ballabili”, musica che si ascolta e si può anche ballare.
Questa musica, troppo spesso maltrattata da suoni finti e tastiere elettroniche, riprende vita nella sua forma originaria attraverso l’uso degli strumenti più diffusi nella nostra tradizione.
Mandolini, chitarra, ocarina, contrabbasso e organetto si incontrano all’Osteria del Mandolino, un luogo dell’anima nato dalle nebbie del passato, un luogo nel quale cose antiche tornano a vivere e dove è ancora possibile ascoltare una serenata, avere vent’anni e ballare abbracciati, ed in un percorso di ri-conoscenza entrare in contatto con la parte più intima e vera di noi stessi.
Il nome “OSTERIA DEL MANDOLINO” è un omaggio ad un mondo non accademico che ha contribuito enormemente allo sviluppo e alla diffusione dei repertori. Le osterie, infatti, insieme alle sale da barba, erano luoghi dove si riunivano a suonare i musicisti e dove si potevano ascoltare grandi maestri italiani, con un rispetto oggi quasi dimenticato. Suonare questi strumenti, questo repertorio, è come tornare a casa dopo aver viaggiato tanto e nel compiere questo ritorno ecco l’incontro con l’ocarina, terra bolognese che suona, dal 1853. Questa terra, che strappata ai piedi dei danzatori si fa suono, ne rende più leggeri i passi e più vorticosi i frulli.