BUONANOTTE SUONATORI 2006
COL PATROCINIO DEL COMUNE DI FORLIMPOPOLI
IN COLLABORAZIONE CON L.V.I.A. BOTTEGA DEL MONDO, FORLI’
AMNESTY INTERNATIONAL
SCUOLA DI MUSICA POPOLARE
PRESENTA:
BUONANOTTE SUONATORI
FESTA DI FINE ANNO DELLA SCUOLA DI MUSICA POPOLARE DI FORLIMPOPOLI
7 GIUGNO 2006
ROCCA DI FORLIMPOPOLI
ORE 21
Col favore della notte, da sempre amica dei musicisti, alla luce di uno spicchio di luna, come briganti da un lontano passato, decine e decine di musicisti, allievi e maestri della scuola di musica popolare torneranno ad invadere la rocca, non di schioppi ma dei loro strumenti armati, come tanti discepoli di Dioniso, per perdersi nell’ebbrezza delle musiche e dei canti della tradizione popolare. Per far festa con tutti quanti vorranno unirsi a loro.
IN CASO DI MALTEMPO LA MANIFESTAZIONE SARÀ RINVIATA A VENERDì 9 GIUGNO
MUSICA, SOLIDARIETÀ, COMMERCIO EQUO E SOLIDALE E INFORMAZIONI SULLE ATTIVITÀ DELLA SCUOLA DI MUSICA POPOLARE DI FORLIMPOPOLI
INGRESSO OFFERTA LIBERA “Gli Uomini del Tempo antico percorsero tutto il mondo cantando; cantarono i fiumi e le catene di montagne , le saline e le dune di sabbia. Andarono a caccia, mangiarono, fecero l’amore, danzarono, uccisero: in ogni punto delle loro piste lasciarono una scia di musica.
Avvolsero il mondo intero in una rete di canto; e infine, quando ebbero cantato la Terra, si sentirono stanchi…”
Bruce Chatwin
‘Le Vie dei Canti’
1987 – Adelphi – 1988
UNA COLONNA SONORA PER IL DOMANI
La storia degli ultimi anni racconta di un’Italia che incorona i simboli dell’oggi. Il cellulare ultimo modello, gli indici di borsa, i non eroi di un giorno dei reality show, hanno preso via via tutto lo spazio disponibile fino a diventare verità, la verità dell’oggi, quella televisiva. Le culture del fare scivolano velocemente nell’oblio, la memoria diventa un fastidioso quanto ingombrante fardello. La cultura del nostro passato, un costoso lusso da tagliare.
Abbiamo visto e sentito ministri dell’economia catechizzarci con sufficienza sul fatto che non è poi così grave rinunciare ad una sagra di paese o ad un concerto se la posta in palio è lo sviluppo del Paese. Abbiamo visto le piazze svuotarsi e l’azzurrognola luce della televisione illuminare soggiorni di italiani sempre più barricati e pieni di rancore nei confronti di quelli, i diversi, che riempivano le piazze al loro posto.
Tanti ci hanno chiesto, in questi anni di lavoro, perché lo facevamo? Ad alcuni di noi è capitato spesso di rispondere che una delle ragioni principali era la lotta, la resistenza contro questo scempio, convinti come eravamo e come siamo, che le società senza cultura sono sempre state, prima o poi, preda dei regimi. Convinti che società dove non esistono spazi adeguati di formazione ed espressione artistica e culturale sono società che negano la libera circolazione ed espressione delle idee.
Oggi, all’alba di quello che certi manifesti post elettorali definiscono “un altro giorno”, siamo qua, ancora una volta, a far festa, con la nostra musica, con i nostri amici. A far festa si, ma con la guardia sempre alzata. Speriamo si, come sempre, come tanti, in una nuova stagione per la cultura della memoria, per le culture del fare, ma non crediamo di essere arrivati alla meta. Il lavoro continua, giorno per giorno, con le mani, con la testa e col cuore, con la passione. Suoniamo le musiche popolari, le musiche delle radici, convinti che nelle radici possiamo trovare una delle chiavi per il futuro.
Un futuro che deve passare attraverso il progetto di una nuova convivenza con il territorio, con chi ci vive e ci verrà a vivere. Un progetto di convivenza che parte dalla salvaguardia della nostra storia, e dalla conoscenza e condivisione delle culture e dei saperi antichi. Un progetto che ci permetta di salvarci dal pensiero unico ed unificante della televisione che vuole che, dalle alpi alle piramidi, mangiamo, pensiamo e viviamo tutti allo stesso modo accettando il simile e cacciando il diverso. Il progetto di un futuro di cui amiamo immaginare la colonna sonora: la musica dei nostri avi ma anche quella che avremo saputo creare noi.
…TUTTA LA MUSICA È MUSICA POPOLARE…
…La cosa più difficile è amare e la musica è una attività che prepara l’uomo a questo arduo compito…