Dino Buzzati e la cultura popolare: Poema a fumetti
Centro Etnografico del Comune di Ferrara
[size=medium][color=009900] Dino Buzzati e la cultura popolare: Poema a fumetti[/color][/size]
Giovedì 9 dicembre 2010 alle ore 16.30, presso la Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara in via Scienze 17, Roberto Roda del Centro Etnografico Ferrarese converserà sul tema
Dino Buzzati fu un artista e intellettuale poliedrico, una delle personalità culturali più vivaci e anticipatrici del dopoguerra italiano. Scrittore ma anche giornalista di grande valore, critico d’arte di assoluta bravura, pittore in linea col più aggiornato milieu del surrealismo parigino postbellico e della Pop Art americana, Dino Buzzati rimane inspiegabilmente, per molti, solo il grande romanziere de “Il Deserto dei Tartari”. Da alcuni anni Buzzati è stato oggetto di una intensa azione di studio e di riscoperta critica in Italia e soprattutto all’estero. A questa azione di rivalutazione, dalla metà degli anni novanta ha partecipato, in maniera tutt’altro che episodica, anche il Centro Etnografico del Comune di Ferrara.
Da poco tempo è nelle librerie per i tipi della Arnoldo Mondadori la nuova edizione di Poema a Fumetti, forse l’opera più controversa, innovativa e incompresa dell’autore bellunese scomparso nei primi anni settanta. Nella prefazione di Lorenzo Viganò vengono recepiti i risultati di alcune ricerche del Centro Etnografico. Questo offre a Roberto Roda, che di quelle indagini fu esecutore, il tema per l’ultimo appuntamento de IL PRESENTE REMOTO edizione 2010, il ciclo di conversazioni etno-antropologiche che hanno per quasi un anno inseguito il calendario tradizionale ma anche l’attualità e le mode culturali.
Poema a Fumetti, presentato nel 1969, non è semplicemente il tentativo buzzatiano di sperimentare un nuovo linguaggio verbo-visivo, ma un vero e proprio testamento intellettuale, un incredibile e pirotecnico labirinto di citazioni e dialoghi con cui lo scrittore-artista racconta i propri innamoramenti verso l’arte contemporanea e verso la cultura popolare intesa sia come espressione di tradizione sia, soprattutto, come espressività comunicativa mass-mediatica.
Nel Poema a Fumetti si nascondono artisti e di personaggi popolari, ognuno di loro chiamato ad assolvere ad un compito comunicativo. Ci sono il Pinguino, il nemico di Batman, Kriminal, la cattiva regina di Barbarella , belle diavoline e procaci pin-up e sotto mentite spoglie persino Elvis Presley e la regina del burlesque statunitense Tempest Storm. Il lettore smaliziato rintraccerà nei disegni buzzatiani la presenza di Man Ray, Hans Bellmer, Escher, dei fotografi Duane Michaels, Irving Klaw e dei registi Murnau e Fellini. La conversazione di Roda guiderà gli intervenuti nel gioco a nascondino predisposto da a suo tempo da Buzzati e le sorprese non mancheranno, perché leggere Poema a Fumetti è come partecipare ad un divertente gioco di ruolo ante litteram.
Poema a Fumetti rimane, dopo oltre 40 anni, un’opera incantevole, di straordinaria attualità e modernità di cui, oggi, si comincia a comprende il carattere anticipatorio: in tempi non sospetti, lo scrittore e pittore bellunese applicò pionieristicamente la tecnica del dialogismo intertestuale. Oggi che il cinema, il fumetto, la letteratura e persino i videogiochi fondano abitualmente sul dialogismo molte delle loro capacità fascinatorie, non pare fuori luogo ricordare i tanti meriti, per molti versi ancora sottovalutati, di Dino Buzzati.
Incompreso, all’epoca, da una critica italiana incapace di stare al passo con i mutamenti incalzanti di quegli anni, Poema a fumetti svela come il suo autore fosse invece attento partecipante dei cambiamenti culturali in atto. Buzzati ebbe il grande merito di essere in sintonia, non certo in posizione di sudditanza o di conservatorismo, con quanto la più alta creatività internazionale stava innovativamente realizzando fra Parigi, Londra e Stati Uniti.