FORLIMPOPOLI FOLK CLUB
Domenica 14 Gennaio
Ore 17:00
Sala Aramini – Via Ghinozzi 3 – Forlimpopoli
INGRESSO: OFFERTA LIBERA
Gli Hooverville Entertainers
presentano
C’era una volta il … Blues
Fabiano Sportelli Chitarre acustiche e Resofoniche
Antonio Giallella Armoniche a bocca
Gabriele Laghi Contrabbasso
Marco Bartolini Spoons, washboard, campanacci e percussioni povere
C’era una volta ad Avalon una tavola rotonda…no,questa è un altra storia.
C’era una volta ad Avalon, non lontano da Memphis, un “songster”… visse la sua vita in un piccolissimo villaggio suonando per vicini e amici. In vecchiaia, “scoperto” e mostrato al mondo, ebbe un’influenza decisiva su musicisti quali Bob Dylan e Joan Baez.
C’era una volta una domestica di colore che si trovò a lavorare a casa di eminenti musicologi… Un giorno per rallegrare i bimbi imbracciò una chitarra che era in casa e rivelò di essere un meraviglioso usignolo. Suonando gli ultimi anni della sua vita influenzò gente del calibro di Pete Seeger e dei Grateful Dead.
C’era una volta un ragazzo che non sapeva suonare la chitarra…tornato da un crocicchio nella piana del Delta del Mississippi, dopo uno strano incontro notturno, seppe affascinare per alcuni anni i suoi contemporanei con una inaudita abilità. Morì presto, e male e fu il primo del “club dei 27”. Ancora oggi idoli come Eric Clapton sono intimamente, e non molto segretamente, convinti di esserne la reincarnazione.
E poi c’era Pink Anderson, il songster che accompagnava i venditori di elisir di lunga vita alle fiere e pure Floyd Council, il bluesman della Carolina, i quali rivivono ogni giorno che vengono nominati i Pink-Floyd?
C’era anche di Morganfield McKinley, l’emigrato del Delta ormai caduto in disgrazia e riportato alla ribalta quando un anonima band di giovani inglesi decise di chiamarsi come una sua canzone: “Rolling Stones”
Hooverville era il nome che veniva dato alle bidonvilles che sorsero negli anni della Grande
Depressione ai margini delle cittadine americane.
Gli “Hooverville Entertainers” , “intrattenitori della Hooverville” suonano quella musica che si poteva ascoltare attorno a quei fuochi da campo. Country, blues, protoblues mescolato come, del resto, si faceva prima che emergesse una distinzione più frutto di scelte discografiche che di identità etniche. Con Racconti, Armoniche a bocca, chitarre western e resofoniche suonate coi colli di bottiglia, assi del bucato sbattute, campanacci, cucchiai e strumenti poveri narrano un viaggetto nel tempo e nello spazio, condito da aneddoti, musica e storie per riportare per qualche ora in vita una storia e un mondo ai quali siamo volenti o nolenti musicalmente debitori.
“Ogni difficoltà nella vita è un blues che aspetta di essere scritto.”
(Amy Winehouse)
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